Parole chiave: Attenzione selettiva, Coscienza e Movimento umano, Allenamento Cognitivo, Neuroscienze e Filosofia, Presa decisionale, Illusione cerebrale, Cecità inattenzionale, Elaborazione mentale.
Rivalità Binoculare
È una potente illusione ottica scoperta da Charles Wheatstone nel 1838 attraverso una macchina creata da lui stesso chiamata stereoscopio . In essa si presenta un’immagine diversa ad ogni occhio; ma in un momento dato vediamo solo un immagine. Esempio: se si presenta una faccia all’occhio sinistro, ed una casa al destro, al posto di vedere due immagine unite, vediamo infinite alternanze tra la faccia e la casa, e così via. Quindi la visione diventa instabile, ed invece di combinare la scena, lo spettatore alternava con brevi transizioni, ad ogni istante, tra un’immagine e l’altra. Dobbiamo ricordare che in condizioni normali, il cervello non si accorge che ci sono due immagini, e semplicemente le mischia in una sola scena visuale omogenea. Charles Wheatstone ci insegna, che il nostro cervello approfitta del piccolo spazio che esiste tra i nostri occhi, il cui provoca un relativo cambio di immagine, per localizzare gli oggetti sulla profondità, e così avere una sensazione vivida della terza dimensione.
Conclusione 1: questa alternanza creata dal cervello, non sembra essere guidata dalla forza di volontà, dunque quando si presentano due immagini incompatibili sembrerebbe che gareggino per la percezione cosciente, da qui nasce il concetto “rivalità binoculare”. Nonostante grazie a ricerche (Chong, Tadin y Blake, 2005, Chong y Blake, 2006) Oggi giorno si sa che l’attenzione compie un ruolo importantissimo nel processo di competenza corticale. In primo posto, se con tutte le nostre forze tentiamo di prestare attenzione ad una di queste due immagine – per esempio, la faccia invece della casa- la sua percezione avrà una durata più lunga. La mera esistenza di una sola immagine “vincitrice” dipende dall’ attenzione che diamo all’immagine stessa(Zhang, Jamison, Engel, He y He, 2011, Brascamp e Blake, 2012).Quando togliamo la nostra attenzione del posto dove si presentano le due immagini, esse smettono di competere.
Conclusione 2: La rivalità binoculare dipende dell’attenzione: quando non c’è una mente che sia attenta di conscia maniera, le due immagini si elaborano insieme ed ormai non cercano di competere. Brascamp e Blake (2012) disse che la rivalità binoculare richiede un osservatore attivo e attento, perciò l’attenzione mette un limite al numero di immagini sulle quale si può prestare attenzione nello stesso tempo.
Lampeggio attenzionale
É un metodo che consiste in creare un periodo breve di invisibilità di una immagine saturando
temporariamente la mente cosciente (Raymond, Shapiro y Arnell,1992):
3 9 7 M 6 8 4 T 8 1 6 2
(lettera 1) (lettera 2)
Una stringa di simboli appare nello schermo di un computer. Nella maggior parte, i simboli sono numeri ma alcuni sono lettere e si chiede al partecipante di ricordarli. La prima lettera viene facilmente ricordata. Se la seconda lettera appare mezzo secondo (o più) dopo la prima, anche questa viene registrata con precisione nella memoria, se il tempo che intercorre tra l’apparizione di una lettera e l’altra è più breve, la seconda solitamente non viene registrata nella coscienza . Il mero atto di prestare attenzione alla prima lettera crea un “lampeggio temporaneo della mente” che cancella la percezione della seconda.
Grazie alle immagine cerebrali della risonanza magnetica, possiamo vedere che tutte le lettere, perfino le inconsce entrano nel cervello. Tutte raggiungono aree visuali preliminari , eppure possono avanzare fino una fase abbastanza profonda di elaborazione visuale; una parte del cervello “sa” bene quando gli si presenta una lettera (cioè una simbologia diversa ai numeri) (Marti, Sigman e Dehaene, 2012), tuttavia questa conoscenza non arriva mai alla nostra percezione cosciente (Chun e Potter, 1995).
Conclusione 1 di “Dehane“: La rivalità binoculare rivela una competizione tra due immagini contemporanee. Durante il lampeggio attenzionale accade una competizione simile al lungo tempo, tra due immagini che si presentano in maniera successiva nella stessa ubicazione. Di solito la nostra coscienza è troppo lenta per eseguire il ritmo di una presentazione rapida di immagini su un schermo, sebbene ci sembra di vedere tutti numeri e le lettere in realtà lo facciamo in forma passiva, l’ atto di tracciare una lettera nella memoria basta per mantenere occupati i nostri mezzi coscienti, durante un tempo sufficiente in cui si crea un periodo temporaneo di invisibilità.
Nella vita di tutti i giorni sembra che non ci siano problemi per una persona nel percepire due immagini/stimoli contemporaneamente. Ad esempio: udire il clacson di una macchina e allo stesso tempo prestare attenzione a una immagine. Le domande sono chiare : gli esseri umani sono capaci di percepire due cose allo stesso tempo? Nella realizzazione dei compiti duali veramente elaboriamo due elementi non connessi in maniera conscia allo stesso tempo? La risposta è no; l’ impressione che la nostra coscienza lavora in linea con entrambi gli stimoli è sbagliata, dunque il meccanismo di elaborazione è sequenziale( il che non vuole dire che non si possano fare due o tre cose allo stesso tempo, si veda il multicompito nell’evoluzione): https://www.neuromove.it/una-sezione-della-homepage/
Periodo refrattario psicologico:
Mentre la mente cosciente elabora un primo elemento ad un livello conscio, sembra essere temporaneamente refrattaria verso altri input successivi, perciò rallenta la velocità di elaborazione celebrale. Mentre si occupa di questo primo elemento, il secondo resta (la mente elabora il secondo stimolo inconsciamente) passeggiando su una cattura inconscia. Non notiamo che esiste questo periodo di attesa inconscia, ma come può succedere in forma diversa? La nostra coscienza è occupata da un’altra cosa, perciò non vi è modo di uscire dal sistema ed accorgersi che la nostra percezione cosciente del secondo elemento è ritardata. E’ per questo motivo che quando siamo assorti in un pensiero la nostra percezione soggettiva del tempo in cui capitano gli eventi possa essere sistematicamente sbagliata (Marti, Sackur, Sigman y Dehaene, 2010, Dehaene, Pegado, Braga, Ventura, Nunes Filho, Jobert, Dehaene-Lambertz e Otros, 2010, Corallo, Sackur, Dehaene e Sigman, 2008). Perfino quando due stimoli sono oggettivamente simultanei, non siamo in grado di percepire simultaneità, e in maniera sistematica sentiamo che il primo su quello che si è prestato attenzione sarà il primo nella nostra mente, nella nostra esperienza, in confronto all’altro stimolo nonostante sia oggettivamente simultaneo .
Cecità inattenzionale:
I lettori e scrittori voraci, i giocatori di scacchi e buddisti che per forza devono concentrarsi , i matematici assorti, sanno immergersi molto bene in lunghi periodi d’isolamento mentale, durante i quali si perde la percezione di tutto di quello che sta intorno; il fenomeno si chiama cecitá inattenzionale; cioè si produce una invisibilità per mancanza di attenzione a un certo evento nel proprio campo visivo, vediamo l’esempio del test di attenzione selettiva che i neuroscienziati Dan Simmons e Christopher Chabris hanno creato:
Il video fa vedere due squadre, una con maglia bianca e l’altra nera, mentre praticano basket. Nel frattempo si chiede aglii spettatori di contare i passaggi che fa la squadra bianca. Il video ha una durata di trenta secondi, e con un p0′ di concentrazione, quasi tutto il mondo conta 15 passaggi: ecco il video:
Si vede il gorilla???. (Puo essere di si o puo essere di no!) Un attore vestito da gorilla entra in scena, si colpisce il petto un paio di volte e se ne va. La maggior parte degli spettatori non riesce ad individuare il gorilla la prima volta che vede il video; il semplice fatto di concentrarsi sui giocatori di maglia bianca fa si che il gorilla nero non venga visto.
In psicologia cognitiva l’esperimento del gorilla è un esperimento molto famoso. Più o meno allo stesso tempo molti ricercatori scoprirono una decina di situazioni simili la cui non attenzione porta ad una cecità temporanea. Ecco alcuni di loro:
La cecità al cambiamento : (Rensink, O’Regan y Clark, 1997)
La cecità alla opzione“(Johansson, Hall, Sikstrom y Olsson, 2005). EYouTube y buscar el video Whodunnit.
NEUROFISIOLOGIA DI BASE
Il sistema nervoso di tutti i vertebrati, da quello dei pesci a quello dell’uomo può essere suddiviso in due parti: Il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso periferico. Si può dire che quest’ultimo rappresenta l’interfaccia del sistema nervoso centrale con il mondo esterno. Il sistema nervoso periferico include tutti i nervi e tutti i gangli, ovvero tutti quei raggruppamenti di neuroni che stanno sparsi nel corpo al di fuori della colonna vertebrale. Esso è formato da una componente motoria. L’insieme dei nervi sensoriali trasmette al sistema nervoso centrale sia le sensazioni che provengono dai visceri che quelle proveniente dagli organi sensoriali, come ad esempio gli occhi, le orecchie, la pelle ecc…
Diversamente, gli ordini emanati dal sistema nervoso centrale vengono inviati tramite i nervi motori. La componente motoria viene ulteriormente distinta nel sistema nervoso somatico, che comprende i nervi che vanno ai muscoli, e nel sistema nervoso autonomo, formato dai nervi che vanno agli organi interni e che sono responsabili del controllo delle funzioni involontarie (il battito cardiaco, per esempio è involontario).
A sua volta il sistema nervoso autonomo è formato da due sistemi, quello simpatico e quello parasimpatico che hanno effetti opposti sugli organi interni. L’attivazione del sistema simpatico prepara all’azione: la frequenza cardiaca aumenta, i polmoni si dilatano per fornire più ossigeno, la digestione è inibita, viene stimolata la secrezione di adrenalina. Al contrario, l’attivazione del sistema parasimpatico consente le funzioni di mantenimento dell’organismo; la frequenza cardiaca si abbassa, la digestione viene attivata e il soggetto spesso cade in uno stato di torpore.
CONCLUSIONE
Questi eventi mentali sono chiari, e capitano ogni giorno senza rendersene conto, senza possibilità di controllarli, a volte inconsapevolmente.
Infatti l’inattenzione può far si che qualsiasi cosa sparisca della nostra coscienza, ossia che non ci sia nel nostro mondo mentale. Per ciò dobbiamo farci due domande: questi eventi mentali sono parte strutturale della nostra cognizione? Oppure sono eventi isolati che influiscono e modificano la nostra cognizione? Ovvero, influiscono nella nostra lettura delle situazione, nella presa decisionale, nella nostra performance?
Possiamo dire adesso che esistono come minimo due tipi di attenzioni, una rivolta all’interno, che ha che fare con le sensazione, la interocezione e la propriocezione del corpo( esse si muove naturalmente in una spazio – tempo determinato) Esempio propriocettivo: rilassamento di un muscolo, la posizione dei segmenti corporei per una tecnica; interoccetivo: malessere di un organo, voglia di andare in bagno eccetera. L’altra attenzione è rivolta all’esterno (come la cecità inattenzionale) a quello che succede nell’ambiente che ci circonda, a ciò che è esterno rispetto al nostro corpo.
L’equilibrio tra l’una e l’altra attenzione dà possibilità al movimento volontario, all’apprendimento motorio, in altre parole potenzia o sminuisce la presa decisionale e la performance in tutti gli sport, nonché ogni attività umana. In altre parole l’organismo insieme al suo sistema nervoso centrale utilizza la sua coscienza per prendere attenzione sul sistema nervoso periferico, ovvero il sistema nervoso somatico (attenzione rivolta all’interno), ma allo stesso tempo usa questo sistema per conoscere il mondo, per percepire l’ ambiente che ci circonda; il sistema periferico è quindi un obbiettivo dell’attenzione ma allo stesso tempo è un inconscio mezzo per raccogliere informazioni sul mondo, sul gioco…(attenzione rivolta al esterno).
In altre parole, il sistema somatico è “obiettivo” dell’attenzione rivolta all’interno e “mezzo” per l’attenzione rivolta all’esterno.
(Il fatto di voler focalizzare gli occhi quando essi muovono è un esempio di questa caratteristica; ciò è impossibile, soltanto riesco a prestare attenzione agli occhi quando questi sono immobili; il sistema somatico periferico è quello che guida la neuro muscolatura degli occhi per cercare dati esterni, ma allo stesso tempo può diventare obiettivo di attenzione del mio cervello).
Dunque l’attenzione viene allenata? Oppure ogni attività quotidiana o sportiva lavora intrinsecamente perché essa è una capacità innata cognitiva?
L’attenzione diventa importantissima per la corretta esecuzione del movimento? Quale attenzione?
Quanto si deve allenare in una stagione, in un sessione di allenamento, con quale metodologia?; Qual è la durata in ogni ripetuta? 15 ,20 ,30 secondi oppure 1 minuto di continuo? Deve essere collegata con i sistemi energetici? Si deve collegare con le dinamiche del sport in questione?
Quale attenzione è più importante negli sport closed skill? Quale per gli sport open skill?
L’attenzione interna per sport chiusi e ciclici (nuoto, ciclismo…)? L’attenzione esterna per sport apert (basket, tennis, calcio…)? Oppure tutte due servono per entrambe le tipologie di sport?
Sono tutte domande a cui Neuromove pone molta attenzione, e che al contempo ci ha permesso di creare metodologie precise per diversi sport, e per alcune arti marziali.
FILOSOFIA DELLE RICERCHE IN QUESTO ARTICOLO: “IL RIDUZIONISMO”
Cosa è il riduzionismo nello studio del cervello? E’ una parte dello studio umano il cui l’argomento principale dice che tutti gli eventi fisici e mentali del cervello possono essere spiegati attraverso una metodologia di ricerca in terza persona. Ovvero attraverso degli osservatori esterni che con lo sviluppo del metodo scientifico, la sua intrinseca logica e le prove empiriche riescono ad arrivare ad analisi, conclusioni e spiegazioni di fenomeni che riguardano al cervello.
Inoltre , il riduzionismo ridusse il problema cercando di trovare risposte sulle parti di un sistema dato; ad esempio: nel caso della mente il riduzionismo studierà il neurone, nel caso di un sistema fisico si concentrerà sugli atomi, e così via …
Emergere dal Corpo: La Coscienza Incarnata da: FiloSoFarSoGood “Riccardo Dal Ferro”
Neurocienze e sport ” Stafano Tamorri”
Il sé che viene alla mente “Antonio Damasio”,
Coscienza nell cervello “Stanislas Dehane”
Metodología del allenamento “Veronica Billat”
Il Occhio Dominante “Paul Dorochenko”
Opuscolo Neuroscienze “Battaglini” Università di Trieste
AUTORE: José De Laurentis.