Introduzione
Il mondo neuromotorio inizia dalla genetica della nostra specie.
L’intera storia della neurologia e della neuropsicologia può essere vista come la storia delle indagini sull’emisfero sinistro. Una ragione importante di questa relativa indifferenza per l’emisfero destro o «minore», come è sempre chiamato, è che mentre gli effetti di lesioni variamente localizzate nella parte sinistra sono facilmente dimostrabili, le corrispondenti sindromi dell’emisfero destro appaiono molto meno chiare. Tale emisfero era di solito considerato sprezzantemente più «primitivo» del sinistro, che era visto invece come l’esito ineguagliato dell’evoluzione umana. E in un certo senso è così: l’emisfero sinistro è più complesso e specializzato, è un prodotto molto tardo nello sviluppo del cervello del primate, e in particolare dell’ominide. D’altro lato, è l’emisfero destro che è preposto alla cruciale funzione del riconoscimento della realtà, capacità che ogni creatura umana deve avere per sopravvivere.
L’emisfero sinistro, come un calcolatore collegato al cervello umano di base, serve ad elaborare programmi e schemi; e la neurologia classica si preoccupava più degli schemi che della realtà, cosicché, quando finalmente emersero alcune aspetti dell’emisfero destro, esse furono considerati bizzarre.
Il premio Nobel Roger Sperry del Caltech formulò la teoria dei due cervelli, il sinistro è il cervello dei numeri, la logica, il trattamento delle informazioni. Mentre il destro è la fantasia, le emozioni e la coscienza dello spazio.
Le neuroscienze di oggi, ci permettono di pensare che gli emisferi funzionano e si associano in modo molto più complesso rispetto alla semplice idea di un cervello diviso.
Paul Dorochenko sostiene che, attraverso la sua esperienza nel circuito di tennis, un numero pari all’80% dei giocatori è contraddistinto dagli aspetti dell’emisfero sinistro. Coloro sono più concentrati sui dettagli, sono più razionali, vogliono sapere il perché, quando, come, sono tattici, e si concentrano nel tempo; spesso sono inibiti per la pressione. Coloro che, invece, sono contraddistinti dagli aspetti dell’emisfero destro, sono abili nella spazialità, creativi, poco concentrati ma bravi nelle azioni, più eccitati che inibiti dalla pressione. “É chiaro che non siamo uno o l’altro, ma nonostante le varianti di ogni uno può chiarire un profilo generale”.
Per le interpretazioni delle ricerche nella nostra epoca Paleolitica, l’uomo ha avuto una forte influenza nel lato destro del corpo. Le impronte digitali e gli strumenti dei nostri antenati mostrano chiaramente che l’uomo era quasi interamente destro. Dal fatto che un emisfero cerebrale domina la parte controlaterale del corpo, sarebbe molto ragionevole pensare che il motivo per cui più di 80 % della popolazione è destra sia di mano che di piede, viene collegato dall’esito evolutivo dell’emisfero umano più evoluto; questo ha permesso (lavorando integralmente con il cervello destro) calcolare, elaborare informazioni, guidare numeri, in altre parole adattarsi e sopravvivere. Dunque, la selezione naturale ha mantenuto le funzioni dell’emisfero sinistro attraverso il tempo, e ha permesso la preferenza “dell’emicorpo destro” nei movimenti che di solito facciamo.
Antonio Damasio dice che la lateralizzazione emisferica esiste, perché deve essere un solo controllore finale non due, ciò permette una alternanza ed un migliore equilibrio cinetico nella nostra specie, evitando così movimenti goffi e imprecisi.
D’altra parte, l’uso preferenziale all’inizio del movimento è automatico, inconscio, procede a favore della regola di base in nostra neurofisiologia: “Fare economia di energia” secondo Leopold Busquet. In altre parole, se la nostra neurofisiologia non funzionasse in questo modo, saremmo in grado di lavarci i denti con la mano sinistra un giorno, o scrivere con la mano destra e sinistra efficientemente. Inoltre, nel tennis, saremmo in grado di effettuare un servizio a destra e uno a sinistra, o alternare inconsciamente la spaccata antero-posteriore nella ginnastica ritmica senza problemi, né dolori, ed eseguire elegantemente entrambi i gesti tecnici.
Sport e Lateralità
Dorochenko distingue lateralità dalla lateralizzazione, affermando che la lateralizzazione è il processo attraverso il quale il bambino arriva a fare un uso preferenziale di un segmento corporeo destro o sinistro, mentre la lateralità viene definita come la supremazia di un emisfero cerebrale sulla l’altro, che permetterà in seguito la preferenza di un emicorpo rispetto all’altro.
Nella lateralizzazione influiscono gli aspetti sociali e culturali di ogni paese; sport o discipline popolari, cultura sportiva della famiglia, apprendimento e insegnamento motorio, formazione di professionisti nello studio del movimento umano.
La lateralità viene influenzata dalla storia genetica dell’homosapiens. Dominanza cerebrale, imitazione e neuroni specchio ad esempio.
Occhio Direttore o Dominante:
Solo il 30% della popolazione ha l’occhio dominante sinistro. Le influenze socio-culturali sul sistema oculare non esistono in confronto con quelle della mano, l’occhio praticamente è una parte del cervello.
L’occhio direttore ha un rapporto dominante con l’emisfero opposto. Esistono test psicologici che affermano che la dominanza cerebrale (test Benziger) ha una correlazione più alta dell’80% nel determinare l’emisfero dominante.
Precisazione A: i Test psicologici riflettono la modalità di elaborazione delle informazioni, in base alla funzionalità di ciascun emisfero, e non l’uso preferenziale in materia di movimento di un emicorpo sull’altro.
Precisazione B: gli aspetti più importanti si trovano nell’integrazione che facciamo come organismi. Emisferi cerebrali ed emicorpi sinistro e destro rispettivamente, cooperano e lavorano insieme in modo economico ed efficiente.
L’occhio direttore ci dice qual è l’emisfero dominante, ovvero “l’opposto”. In secondo luogo, ci dice in correlazione, le dominanze mentali corrispondenti a ciascun emisfero. L’occhio direttore avrebbe un ruolo principale nella prima focalizzazione sulla palla (tennis, baseball ecc).
Lateralità delle mani:
È frequente essere mancino per scrivere, disegnare, e destro per il basket o il tennis. L’uomo nella storia è sempre stato solitamente destro, solo il 13% sinistro. Gli scienziati della Northwestern University hanno suggerito che i mancini sono pochi a causa del bilanciamento tra cooperazione e competizione. La cooperazione invita ad un uso congiunto dell’utilizzo degli stessi strumenti. Non possiamo dimenticare la mano non dominante, importante in molti Sport; puntare la palla nel tennis, dare direzione del tiro del basket, e nel baseball, e così via.
Lateralità delle spalle e della pelvi:
Abbiamo una direzione preferenziale rispetto alla rotazione del cingolo scapolare, come quella pelvica.
Colui che gira da destra a sinistra è destro di spalle, da sinistra a destra, invece, è mancino.
Gamba dinamica: 80% :
Questo spiega il motivo per cui nello stadio di atletica, si effettua la corsa in senso antiorario: uomini, cani, cavalli sono di gamba dinamica destra.
Piede Dominante:
Dobbiamo essere molto cauti nell’associazione, gamba dinamica e piede dominante. Si può anche trovare una gamba destra dinamica e un piede dominante sinistro, oppure il contrario.
Metodologia di ricerca:
Sono stati effettuati test neuro-motori a 70 ginnaste di età compresa tra 13 e 25 anni.
1-Occhio direttore. 2-Gamba dinamica. 3-Piede dominante. 4-Gamba che fa il primo appoggio nella ruota. 5-Gamba che fa la flessione dell’anca nella tecnica di spaccata antero-posteriore. 6-Ischiocrurali meno flessibili.
Conclusione:
Questa ricerca sostiene che la flessibilità (secondo di Mario Di Santo), ovvero la capacità psicomotoria, e le proprietà responsabili della riduzione e minimizzazione di tutti tipi di resistenza che le strutture e i meccanismi funzionali neuro-mio-articolari di fissazione e stabilizzazione offrono nell’esecuzione di movimenti di ampiezza angolare ottima prodotta, si sviluppi sia per l’azione di agenti endogeni (contrazione del gruppo muscolare agonista) sia per quelli esogeni (proprio corpo, compagno, sovraccarico, inerzia, altri strumenti). Quindi, la flessibilità viene determinata in gran parte (ma non del tutto) dalla genetica della specie, che a sua volta delimita la sinergia nel funzionamento delle catene muscolari tra un emicorpo e altro. Vedi ‘Teoria Denys Struyf’ sulla asimmetria fisiologica.
Concentriamoci sull’articolazione coxofemorale, precisamente sul movimento di estensione e flessione con le ginocchia tese; possiamo dire che nella tecnica di spaccata antero-posteriore della ginnastica ritmica, l’87% dei casi gli ischiocrurali della coscia che deve fare l’estensione (cioè la gamba va indietro) è meno flessibile in confronto alla sua contralaterale . Allo stesso tempo, nella stessa coscia, gli antagonisti degli ischiocrurali, cioè la muscolatura che flette l’anca ed estende il ginocchio, sarebbero più flessibile che la sua contralaterale, ma questa affermazione non è stata verificata con certezza, è solo una deduzione logica; è stato verificato solo il comportamento degli ischiocrurali (muscoli responsabili dell’estensione dell’anca, e della flessione del ginocchio).
Di nuovo, nell’ 87% dei casi la nostra ipotesi è stata confermata, ovvero il muscolo ischiocrurale che effettua l’estensione è meno flessibile che il suo contralaterale che effettua la flessione nella spaccata antero-posteriore della ginnastica ritmica (del 13% solo in 9 casi l’analisi dei dati è incompatibile con la nostra ipotesi, si sospetta la possibilità di influenza culturale, oppure di una eccezione alla regola).
Dunque la storia evolutiva della nostra specie ha determinato un emisfero dominante in termini di movimento. Esso sceglierà automaticamente un occhio dominante, che a sua volta influenzerà, assieme ad altri aspetti, l’uso preferenziale di un emicorpo rispetto all’altro; si parla di “processo di lateralizzazione”.
Questo uso preferenziale automatico sarà un po’ più determinante nel lavoro neuro-motorio di un emicorpo sull’l’altro (si intende in questa ricerca, nei muscoli coinvolti nella flessione ed estensione dell’anca); in altra parole, ogni volta che l’insegnante chiederà di fare una spaccata antero-posteriore, le allieve attiveranno l’emicorpo inconsciamente predisposto dal loro emisfero dominante in materia di movimento neuro-motorio. Questo procedimento sviluppato nel tempo e a lungo andare, costruirà le caratteristiche della capacità neuromuscolari; più flessibilità, più forza esplosiva, un migliore controllo motorio, una migliore propriocezione, a seconda dell’uso di ciascun emicorpo, anche a seconda delle caratteristiche e del tempo di esecuzione del gesto.
Dobbiamo sottolineare che, la spaccata caratteristica della ginnastica ritmica la possiamo osservare in un modo più chiaro, dal momento che l’ampiezza di movimento necessaria a realizzare il gesto tecnico in armonia ci aiuta a verificare l’asimmetria nella flessibilità delle due anche.
In questa ricerca, il 65% dei casi l’occhio dominante è il destro, e secondo Dorochenko il 65% avrebbe l’emisfero cerebrale sinistro come quello dominante .
Nel 58% dei casi la gamba dinamica è la destra, nel 22% sinistra e nel 20% ambivalenti (non c’era preferenza cosciente di una gamba rispetto all’altra nello svolgimento del test effettuato). Nell’88% dei casi il piede dominante è il destro, ed nel 12% il sinistro.
La gamba destra è quella che muove in avanti nel 75% dei casi nel spaccata antero-posteriore, vale a dire quella che effettua la flessione dell’anca. Solo nel 25% dei casi è la sinistra quella che muove in avanti.
Infine, in 51 casi di questa indagine, cioè il 73% del totale della ricerca, la gamba dinamica è la stessa che fa la flessione dell’anca nella spaccata antero-posteriore (gamba che va avanti). Questi dati ci mostrano come la gamba dinamica sia la prima ad agire (eseguendo il movimento naturale della flessione dell’anca nella marcia) in diverse tecniche della ginnastica ritmica; ed è così grazie a meccanismi inconsci e alle loro caratteristiche neurofisiologiche.
Esiste anche una forte correlazione tra gamba dinamica ed un’altra tecnica ben nota: la ruota. La gamba dinamica è quella che prima appoggia all’inizio del movimento della ruota. In 44 casi è la stessa, ma tuttavia questa tecnica è anche determinata dalle lateralizzazione della spalla e dell’anca, perché possiamo osservare come ruotano il tronco e la pelvi durante la sua esecuzione.
Possiamo evincere da questa ricerca che le nostre abilità motorie e le capacità neuromuscolari dei nostri due emicorpi, vengono in gran misura determinate dal patrimonio genetico della nostra specie. Da bambini ci adattiamo alle diverse tecniche di sport, vale a dire ai vari movimenti strutturati grazie alle predisposizioni innate nel cervello. Queste predisposizioni (emisfero dominante ed occhio dominante) piú la somma del processo di lateralizzazione nello sport, costruiscono le caratteristiche neuromuscolari dei nostri due emicorpi: gamba dinamica o abile, gamba di supporto, mano dominante – non dominante, piede dominante – non dominante, spalla dominante – non dominante, bacino dominante – non dominante.
La conoscenza di queste variabili, ci aiuta nella pianificazione del lavoro dell’emisfero non dominante, inteso come “movimento”, nello sviluppo delle capacità motorie dei bambini, nel funzionamento dei due emisferi, nelle compensazione del carico di lavoro per la stabilitá della colonna e nel potenziamento e correzione dei movimenti più comunemente usati in diversi tipi di sport, sia per i giovani che per gli adulti”.
Fonti:
Paul dorochenko “L’occhio dominante ”
Mario Di Santo “Ampiezza di movimento”
Leopold Busquet “Catene muscolari”.
Antonio Damasio “Il sé che viene alla mente”.
José De Laurentis “Gli effetti del Core Training in contesti instabili e stabili”.
Denys Struyf “Il manuale Mezierista”.
Catene Muscolari e articolari “Concetto G.D.S Philippe Campignion”
Oliver Sacks “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”.
Stefano Tamorri “Neuroscienze e sport”.
J.Lopez Chicharro.L.M Lòpez Mojares “Fisiología clinica dell’esercizio”
Carmelo Pittera “Il sistema PSICOM”
Autore: José De Laurentis