Borges diceva “che ciò che è buono o eccellente” non appartiene più ad un uomo o a un gruppo di uomini ( come il libro “sul movimento” della fondazione carmelo pittera ) “Il buono ormai non è di nessuno, appartiene alla cultura”, come l’idea di Mario Di Santo e il suo gruppo di studi “Eucinesis”, oppure come la creatività orientale di Javier Capitaine e la sua “Global Systemic Activation“. In ogni caso questi geni del movimento possono definirsi pionieri del movimento umano, considerando la loro esperienza e interazione con la cultura scientifica.
La fondazione Carmelo Pittera ha sviluppato un sistema educativo chiamato PSICOM, di cui ha pubblicato il libro, la cui teoria scientifica sostiene una metodologia di apprendimento motorio e soluzioni dei problemi attraverso l’apparato cognitivo: ovvero processi di memoria, associazioni auto rappresentate -spazio-temporali, simboli, elementi attentivi. Questo apparato cognitivo viene allenato attraverso una metodica semplicissima, che però non era vista di buon occhio nell’educazione e nello sport fino a un paio di decenni fa: “Giocare!!!”; parola che disturba parecchio quello che ci si sta abituando a vedere nelle palestre, nelle scuole o anche nelle società sportive, ovvero eseguire degli ordini senza saperne ne il significato ne lo scopo. Il valore del gioco è, invece, elevatissimo, in quanto, una volta posto l’obbiettivo, lascia all’allievo il compito di risolvere i problemi motori che si presentano per la sua risoluzione, con una motivazione di base importantissima: il divertimento.
Sospetto che tutti quelli che credono e hanno creduto nel “gioco” come metodo di educazione fisica, sono entusiasti di questi nuovi paradigmi che nascono dalla psicologia neurocognitiva e dalle neuroscienze, sconosciuti fino a qualche anno fa ma che, nonostante tutto, si basano su dei principi scientifici imprescindibili e consolidati, motivo per cui non possono essere considerati come una “moda” o una semplice ideologia, al contrario come delle verità che dobbiamo cominciare ad accettare.
Non esiste gioco matematico, neuropsicomotorio, sportivo o persino di tavola che non faccia utilizzo dell’apparato cognitivo per la sua risoluzione, o per soddisfare i propri obiettivi.
La fondazione Carmelo Pittera ha capito questo concetto molto bene, e grazie alla sua vastissima esperienza ha strutturato una serie di 8 metodologie aperte e combinabili tra loro, tra le quale si distinguono:“La traslazione di posture e movimenti nei diversi piani” e “Il vocabolario di movimento “; attraverso queste didattiche, definite universali in quanto la simbologia utilizzata abbatte qualsiasi barriera culturale (ad esempio i colori del semaforo, conosciuti ugualmente in tutto il mondo), vengono sviluppate capacità come l’osservazione scientifica, il ragionamento sulla comunicazione del movimento nel bambino per il suo apprendimento e la creatività.
Dopo un duro lavoro neurocognitivo dei suoi ricercatori, sembra che tutta questa metodologia è stata creata seguendo antiche logiche del cervello , inconsciamente, con forza di volontà, per il risparmio di energia del sistema nervoso centrale nel professore, che, seguendo il motto della fondazione, dovrebbe intervenire il meno possibile , il giusto necessario, in modo che i responsabili dell’apprendimento psico-cognitivo-motorio, e allo stesso tempo i protagonisti siano i bambini stessi .Il rapporto Esecutore,Osservatore e Segnalatore è un chiaro esempio di un apprendimento senza istruttori (è un’altra metodologia del sistema).
“Il valore adattativo ed evolutivo della visione risiede nella componente cognitiva”. Già lo aveva capito Plinio il Vecchio, dove nella “Naturalis Historia” sostiene che l’organo della vista non è l’occhio, ma la mente. Tuttavia ciò che Plinio il vecchio non poteva sapere è che la capacità di ricordare le immagini è più elevata durante l’infanzia e tende a diminuire con l’avanzare dell’età. (Pagina 78, “Sistema PSICOM”).
La Naturalis Historia (79 dC) è uno dei grandi testi in latino, di tipo enciclopedico (innovativo per il suo tempo), che raccoglie l’antica conoscenza greca, e qualche scoperta in quel presente lontano, che pur essendo fondamentalmente di carattere scientifico per quell’epoca, attualmente è considerato più ironico per il suo carattere popolare, fantastico, mitico, che Plinio esprime attraverso la sua letteratura. L’assenza di matematica è la critica più osservata per questo testo.
I testi di Plinio il Vecchio sono stati ampiamente studiati, e le sue traccie sono rimaste fino ad oggi. Si, fino ad oggi attraverso il libro della fondazione Carmelo Pittera, che grazie ad esso possiamo imparare che la memoria eidetica, (dal greco eidetikós, derivato di eídesis “conoscenza”) può essere considerato come un processo cognitivo. Dunque ciò che vedo è ciò che sono, ed è pure ciò che imparo.
Gli obiettivi di questo sistema hanno anche una forte influenza sull’educazione. Oltre a conferire alla motricità un ruolo importante per lo sviluppo di nuove sinapsi, nonchè favorire il dialogo tra i due emisferi, insegnano soprattutto agli studenti a pensare da soli, a risolvere problemi e a dissociarsi da tutto ciò le dinamiche sociali odierne cercano di offrirci senza interessare l’impegno del nostro sistema cognitivo. Mi auguro che questo sistema educativo ci possa aiutare a scoprire queste nostre capacità, con le quali strutturiamo i nostri valori, significati e obiettivi. Anche se sorge spontanea una domanda: può da sola l’educazione al movimento raggiungere questi obbiettivi? O è necessario l’intervento di altre scienze, come la filosofia? Solo l’esperienza ci potrà svelare la risposta. Di nuovo, a volte ciò che sono è molto diverso a ciò che vedo e imparo.
Una critica tecnica sulle ottime metodologie, è la carenza di giochi di letture emozionali e sentimentali, che considero innate nella specie umana; ovvero è possibile geneticamente, eppure inconsapevolmente, percepire l’emotività di un individuo (è stato necessario nello sviluppo evoluzionistico della nostra specie e di altre per la sopravvivenza).
La tensione o il rilassamento, il battito cardiaco, la paura, la diffidenza, il pallore, la postura stanca, o depressa, la sorpresa, la vergogna; tutte queste emozioni le percepiamo come mammiferi, ma grazie a questi tipi di metodologie si potrebbero utilizzare per essere insegnate a riconosciute. Magari sarà l’obbiettivo di Neuromove.
La proposta che si potrebbe offrire, è lo sviluppo di giochi cognitivi con più contatto fisico tra i partecipanti, con più utilizzo dei canali “tattici-propriocettivi” per la risoluzione dei problemi. Si ritiene che sarebbe molto utile per reagire, per sviluppre engrammi motori, attraverso stimoli tattili che entrambi si verificano in alcuni sport , dove l’equilibrio e la presa decisionale ha che fare con il contatto con l’avversario.
Metaforicamente e geneticamente parlando, non si può dimenticare il calore della propria mamma, e l’abbraccio del papà. Noi proveniamo da queste sensazioni, siamo mammiferi, abbiamo sviluppato contatti fisici/emozionali con i nostri genitori che al giorno d’oggi vanno via via sparendo a causa di troppa tecnologia, in questo senso nociva.
PS: Grazie alla fondazione “Carmelo Pittera” per i preziosi insegnamenti, che hanno contribuito anche al progetto Neuromove.
Fonti:
Fondazione Carmelo Pittera, Il sistema Psicom
Plinio il vecchio , La Naturalis Historia.
Sistemi sensoriali, Università nazionale Villa Maria Cordoba, Argentina.
Discovery Channel’s.Il Primo Uomo.
Michel Foucault , “La microfisica del potere”
Jorge Luis Borges, Funes il memorioso.
Autore: José De laurentis.